Leviathan 1993

Lembranças…

Oggi è una giornata piovosa a Iporanga. Io, Soraya, Emerson, Sandro e Elvira stiamo predisponendo il programma definitivo per le esplorazioni dei giorni successivi, l’atmosfera è quasi irreale. Una fitta nebbia penetra nei locali e dei rumori ovattati ci fanno compagnia. Dopo un paio d’ore iniziamo a verificare i materiali, svuotanduoli delle sacche speleo e controllandoli uno per uno, il clima è piacevole e parlando del più e del meno non possiamo non ricordare i bellissimi momenti trascorsi nel PETAR che è stata la prima area dove l’AKAKOR ha effettuato la prima spedizione internazionale ben 15 anni prima.

Da allora è trascorso molto tempo, abbiamo fatto tante esperienze e soprattutto abbiamo conosciuto tanti amici.

A un certo punto il discorso cade su le esplorazione nella grotta Santana e Emerson sollecita dei dettagli riferiti soprattutto alle tecniche di progressione utilizzate nel tratto finale dopo il salone Ester. Io e Sandro, con un sforzo di memoria, cerchiamo di ripercorrere quelli momenti ed in particolare cerchiamo di ricordare non solo le tecniche ma le sensazioni e le emozioni che ci hanno accompagnato durante le punte esplorative speleo subacquee.

Introduzione – Progetto Leviathan’93

Il Progetto Leviathan prevedeva la effettuazione di tre eventi, connotati da un forte intercambio tecnico e culturali fra speleologi, speleo subacquei italiani e brasiliani. Il primo evento è stata una spedizione speleo subacquea della durata di 10 nel mese di agosto 1993, nelle Furnas di Vila Velha, Parana. L’obbiettivo era quello di esplorare, documentare e topografare i fondali ed i condotti subacquei laterali di collegamento tra le Furnas 1, 2 e 3. Il secondo evento è stata la realizzazione della Spedizione in Santana (di durata di 10 giorni) focalizzata alle esplorazione speleologiche subacquee di questa cavità, in funzione dell’enorme potenziale verificato durante ricognizioni precedenti. Il terzo evento, non per questo meno importante, è stato organizzare un incontro/stage con tema orientamento alla Speleologia Subacquea, in modo da permettere anche ad altri brasiliani non partecipanti alla spedizioni di approfondire le tematiche inerenti alla speleologia subacquea, sino a quel momento praticamente sconosciuto in Brasile.

Le esplorazione nella grotta di Santana

Il gruppo esplorativo era formato da 15 persone tra brasiliani ed italiani. La durata totale delle esplorazioni in Santana è stata di 10 giorni.

La logistica della spedizione era organizzata in modo che tornavamo tutte sere a dormire nel Bairro da Serra per possibilitare lo inserimento dei dati di topografia, lavoro realizzato dopo cena.

Invece nel salone Ester è stato allestito un campo base principale avanzato come punto operativo intermedio fra le punte esplorative e l’esterno. In questo campo abbiamo sistemato grosse riserve di bombole, dotazione di primo soccorso, attrezzature subacquee e non, materiali di progressione, alimentazione, ecc. Avevamo collegamenti con l’esterno attraverso un cavo telefonico e un apparecchio di comunicazione “lo speleotel”. Questo sistema ci collegava con una squadra esterna sempre ubicata nella casa delle guide pronta ad intervenire nei caso di una emergenza e nel contempo informare le squadre di punta esplorativa sulle condizioni metereologiche che modificandosi avrebbero potuto generare pericolo.

Una volta allestito il campo base principale abbiamo iniziato ad esplorare il ramo Menezes attrezzandole con il cavo guida fisso, che dopo una penetrazione di circa 100 metri abbiamo dovuto desistere a causa delle condizioni pericolosi incontrate di crolli e colate di fango che impedivano il passaggio.

Nei giorni successivi ci siamo concentrati sulle esplorazioni del sifone finale del ramo Lontras. Una volta verificate le condizioni operative di questo ramo abbiamo deciso di allestire un campo secondario circa a metà percorso per arrivare al sifone finale.

La punta esplorativa di questo sifone, battezzato Oring, è stata realizzata da due speleo sub che lo hanno superato con molta difficoltà dovuto alle dimensione dello stesso obbligando gli esploratori a passare prima le bombole del loro passaggio. I due speleo sub, dall’altra parte del sifone, hanno esplorato il salone e verificato sua morfologia raggiungendo ad un altro sifone. Dopodiché sono tornati in dietro per raccontare agli altri le condizioni operative affrontate, al fine di poter pianificare la nuova esplorazione.

La nuova esplorazione è stata realizzata da 5 speleo subacquei di cui tre dovevano fare il supporto alla copia di punta che ha esplorato questo ultimo sifone chiamato di Leviathan. Questo si presentava più largo del primo ed anche più lungo.

I sub hanno avuto molta difficoltà nella uscita del sifone Leviathan a causa delle enorme quantità di argilla presenti sui bordi. Sono riuscite ad avanzare in un grosso salone di crollo dove hanno visto numerose lontre. Una volta visto che non se poteva penetrare quello crollo e proseguire l’esplorazione sono tornati.

Da questo punto è partita la squadra di topografia la quale ha effettuato la raccolta dati per la confezione della mappa sia dei tratti asciutti sia quelle subacquei.

Come si può notare della topografia ci sono tre possibile prosecuzioni da esplorare mentre è impossibile proseguire nel successivo al sifone Leviathan.

Nei due giorni successivi abbiamo smontato i campi e riportato fuori tutto il materiale utilizzato nella spedizione. Quindi si è conclusa con successo questa esplorazione e raggiunti gli obbiettivi pre-fissate.

Tutto questo è stato ottenuto grazie all’impegno di tutti i componenti della spedizione che hanno svolto i loro compiti assegnati, con grande entusiasmo e lo spirito di sacrificio. Tutti indistintamente sono state essenziali ma voglio ricordare almeno 7 nomi: Sr. Didi per accompagnarci da per tutto, Ariene Grubbe per supporto logistico/organizzativo, Emanuelle Gaddi, Mauro Negri e Roberto Baracho per il supporto tecnico speleo subacqueo alla squadra di punta esplorativa finale, a Luca Buzzi e Alessandro Anghileri che hanno avuto la capacità e “le palle” per spingersi fino in fondo. Vorrei ricordare anche il supporto del Parco tramite i suoi guardia parco.

Adesso è tardi e finalmente ha smesso di piovere ad Iporanga e mi rendo conto che il racconto di questa esperienza è stato fatto di cuore con emozione e nostalgia. Prima di salutarci Emerson mi chiede ancora quale è stata la migliore spedizione in questi 15 anni ed io ho semplicemente risposto la prossima.