Shasta e Lava Beds 2016

Shasta e Lava Beds 2016

USA, Agosto/Settembre 2016

 

  • La Montagna Magica e i Segreti del Vulcano: La Spedizione Pionieristica di Akakor al Monte Shasta

Tra il 24 e il 30 settembre 2016, l’associazione AKAKOR GEOGRAPHICAL EXPLORING ha inaugurato un nuovo, ambizioso capitolo: una spedizione ricognitiva sui monti della California, focalizzata sull’imponente e misterioso Monte Shasta.
Per la prima volta, AKAKOR ha piantato la sua bandiera nel Nord America, puntando al cuore della Catena delle Cascate.
Il Monte Shasta, un colosso che si erge a oltre 4.317 metri sul livello del mare nella Contea di Siskiyou, non è solo un picco.
È il secondo vulcano più alto della catena e un gigante dormiente, la cui ultima eruzione (nel lontano 1786) non ha placato la sua energia: i suoi camini fumanti ne sono la costante e suggestiva avvertenza. Con cinque ghiacciai che si spingono fino ai 2.900 metri e la vetta secondaria di Shastina a 3.660 metri, la sua maestosità è leggendaria sin dalla sua “scoperta” nel 1827.

  • Il Focus Esoterico e Scientifico

La pre-spedizione di Akakor aveva un duplice obiettivo, fondendo l’avventura con la ricerca scientifica:

  1. Speleologia Vulcanica: Investigare il potenziale delle grotte laviche che costellano i fianchi del vulcano, spesso meta degli speleologi più esperti, per valutare la fattibilità di future e complesse missioni di mappatura.
  2. Paleontologia: Esplorare la ricchezza di potenziali giacimenti fossiliferi della zona, un terreno fertile per nuove scoperte.
  • La Vetta e il Futuro

Non solo scienza: il Monte Shasta è avvolto in un’aura di misticismo. È considerato un “centro di energia” globale e, secondo antiche leggende e narrazioni New Age, ospiterebbe la città nascosta di Telos, popolata dai discendenti dell’antica Lemuria.
In questo contesto di mito e geologia pulsante, gli esperti di AKAKOR — Soraya, Paolo e Giovanni — hanno compiuto l’ascesa alla vetta, non solo come sfida alpinistica ma come verifica cruciale sul campo.
La loro ricognizione non ha segnato la fine dell’avventura; al contrario, ha fornito i dati essenziali e le coordinate operative per un ritorno in una futura e più approfondita spedizione, pronta a svelare i segreti più oscuri e affascinanti del gigante californiano.

  • L’Akakor Geographical Exploring al Lava Beds National Monument (California): Un Lavoro Preliminare per la Speleologia Estrema

La seconda fase della spedizione è stata dal 1 al 06 ottobre 2016, dove è stata realizzata ricognizione e studio all’interno del suggestivo Lava Beds National Monument, situato nella California nord-orientale, al confine con l’Oregon.
Questo Monumento Nazionale è un paesaggio vulcanico unico, forgiato dalle eruzioni del massiccio vulcano Medicine Lake – il più grande vulcano a scudo per volume della Catena delle Cascate.
L’ambiente è un tesoro di formazioni vulcaniche, tra cui coni di scorie (come Schonchin Butte), coni di spruzzo, e colate laviche che mostrano le diverse texture pahoehoe.

La spedizione di Akakor si è concentrata in modo particolare sulla caratteristica dominante del luogo: gli oltre 700 tubi di lava e grotte che si snodano sotto la superficie. Queste cavità si sono formate quando la lava fusa scorreva via, lasciando dietro di sé dei tunnel vuoti.
Oltre all’indagine geologica, la missione ha esplorato la ricca storia culturale dell’area.
Il Lava Beds, infatti, è un luogo intriso della storia del popolo Modoc.
Le grotte hanno fornito un riparo naturale per millenni e, soprattutto, hanno costituito la formidabile fortezza naturale utilizzata da Capitan Jack e il suo gruppo durante la Guerra Modoc (1872-1873). La spedizione ha toccato anche siti di arte rupestre come Petroglyph Point, una delle maggiori collezioni di petroglifi (arte rupestre) degli Stati Uniti.

Questa meticolosa ricognizione, durata quasi un mese, non è stata un fine a sé stante.
L’attività dell’Akakor Geographical Exploring nel Lava Beds National Monument è stata un lavoro preliminare essenziale per l’organizzazione di una futura e più complessa spedizione speleologica nelle grotte e nei sistemi sotterranei del parco, con l’obiettivo di mappare, studiare e documentare in dettaglio le formazioni laviche più remote e inesplorate della zona.