La spedizione “Astarte 2012” (settembre 2012), in collaborazione con il dipartimento di Archeologia dell’Università “Cattolica” di Milano, ha avuto luogo a Malta all’interno dei tunnel nel fantastico e misterioso sito di “Tas-Silg”, che costituisce un caso quanto mai raro di ininterrotta continuità di occupazione a partire dalla fine del IV millennio a.C. di un sito connesso con finalità di tipo culturale.

Malta, gioiello del Mediterraneo, è stata teatro dell’ultima spedizione di Akakor, “Astarte 2012” (Settembre 2012). Il lavoro, finalizzato alla  esplorazione e rilievo dei tunnel sottostanti il santuario di Tas Silg, ha coinvolto 8 persone dello staff e 3 archeologi dell’Università Cattolica  di Milano. 

Malta, gioiello del Mediterraneo, è stata teatro dell’ultima spedizione di Akakor, “Astarte 2012” (Settembre 2012). Il lavoro, finalizzato all’esplorazione e rilievo dei tunnel sottostanti il santuario di Tas Silg, ha coinvolto 8 persone dello staff e 3 archeologi dell’Università Cattolica di Milano, tra i quali la professoressa Maria Pia Rossignani.  La spedizione ha avuto il regalo finale della presenza S.E. Luigi Marras e consorte, Ambasciatore d’Italia a Malta 

 

La prof.ssa Rossignani
 
 Il sito archeologico di Tas-Silg ha un carattere del tutto eccezionale ed una storia lunghissima: qui fu costruito nel tardo Neolitico (III millennio a.C.) uno dei grandi santuari megalitici dell’arcipelago maltese, monumenti unici nella preistoria del Mediterraneo. 
Entrata del pozzo iniziatico
 
Il santuario fu poi riutilizzato e modificato nel corso dell’età del Bronzo fino agli inizi dell’età del Ferro (tra la fine del III e i primi secoli del I millennio a.C.). 
Uscita del pozzo iniziatico

 

Dopo l’arrivo dei Fenici il sito venne divenne un importante luogo di culto fenicio-punico dedicato ad Astarte, per poi essere trasformato in santuario ellenistico-romano dedicato ad Hera-Giunone in seguito alla conquista dell’arcipelago.
 
Il corridoio iniziatico
 
In epoca Bizantina il sito non aveva perso le sue caratteristiche di luogo di culto e in esso venne fondata una chiesa dotata di battistero.
 
Entrata della Cisterna
 

Tas-Silg in maltese significa “della neve” ed il toponimo si riferisce alla presenza della vicina chiesa dedicata appunto alla Madonna della Neve.

Il “passaggio iniziatico”

 

I primi scavi condotti negli anni ’60 da spedizioni archeologiche italiane misero in luce parte del santuario di età storica:già allora si scoprì come nell’edificazione del tempio fenicio-punico prima e quello romano poi fosse conservato uno dei presistenti edifici megalitici, riutilizzato come cella.

Tunnel alle gallerie

Il santuario fu molto famoso nell’antichità ed è ricordato da Cicerone in quanto depredato delle sue notevoli ricchezze da Verre.

Tunnel alle gallerie

Gli scavi hanno permesso di rilevare 5 livelli di civiltà:
    900-1100 d.C    Araba
    400-600  d.C    Bizzantina
    200-300  a.C    Romana, con templi dedicati ad Era
    700-200  a.C    Fenicia, con templi dedicati ad Astarte
 3.300-3.000 a.C  Templi megalitici della periodo di Tarxien

Sabato 1 settembre, mentre la Valtellina era sotto una incessante pioggia, a 2700 metri, sulla morena mediana del ghiacciaio dei Forni, l’Akakor si apprestava a fare una ricognizione speleo-glaciale all’interno di ponores e grotte nel ghiaccio sotto una forte tormenta di neve.l Ghiacciaio dei Forni prende forma dalle 13 principali vette del Gruppo Ortles-Cevedale in alta Valtellina alcune delle quali sono state anche oggetto di dure e sanguinose campagne durante la Grande Guerra, come Monte Cevedale, Cima Peio,e Punta San Matteo.
Si estende per circa 13 km² e il fatto preoccupante è che nell’ultimo secolo ha perso molto delle sue dimensioni passando da una lunghezza di 6 km a quella attuale di 3,5 km ed  è il più grande ghiacciaio di tipo himalayano delle Alpi Italiane
Il “Rifugio Forni” prima e il “Branca”  poi hanno permesso al gruppo di 8 persone di ambientarsi in questo angolo di paradiso, tra ghiacci perenni, fiumi di scioglimento e cime innevate.
Un’ arrampicata di 2 ore ha permesso di trovare una grotta di contattatto di grandi dimensioni percorsa da un fiume e illuminata di riflessi azzurri del ghiaccio.
Due uscite a distanza di 15 giorni hanno permesso di verificare lo scioglimento eccezionale di 1 metro dello strato di ghiaccio nel corso della prima metà del mese di Agosto.