Bonito 1995

BONITO 1995

Bonito, Mato Grosso do Sul (Brasile)

Bonito: Il Segreto Carsico del Mato Grosso do Sul

Immersa nel cuore del Mato Grosso do Sul, la regione di Bonito si rivela come un affascinante capitolo di geologia, scolpito dall’acqua e dal tempo. Non siamo di fronte a semplici colline, ma all’Altopiano di Bodoquena, una maestosa fortezza di roccia che funge da spartiacque naturale per i grandi fiumi della regione (Paraguay, Miranda, Apa).

La regione in questione è inserita nello stato del Mato Grosso do Sul, nella Serra da Bodoquena, situata a sud-est della Pianura del Pantanal (figura 01). Il focus principale dei lavori si trova intorno alla città di Bonito, comprendendo quasi la totalità dell’omonimo comune, oltre ad aree circostanti.

La città di Bonito dista 320 km dalla capitale dello stato, Campo Grande, e circa 1300 km dalla città di San Paolo.

La vera star è la Serra da Bodoquena, un’estensione di 200 km dove l’altitudine sfiora i 650 metri. Il suo profilo è un enigma: un lato è una ripida scarpata, l’altro una dolce rampa punteggiata da colli calcarei che, nel comune di Bonito, si abbassano a quote più accessibili (300-500 m).

Ma il gioiello di Bonito è il suo cuore carsico. Qui, le rocce carbonatiche del Gruppo Corumbá hanno dato vita a un mondo sotterraneo: una miriade di grotte, inghiottitoi e risorgive che rendono l’intera area un colabrodo geologico. L’acqua non si limita a scorrere in superficie; si tuffa in profondità attraverso i singolari avens (buchi a imbuto), scomparendo negli inghiottitoi e riemergendo in ruscelli cristallini, seguendo le antiche fratture della terra. I residenti raccontano che in stagione di piogge, l’acqua sembra “spuntare dal nulla” persino in mezzo alle strade sterrate, a riprova di quanto la rete idrica sotterranea sia vicina e vitale.

Sebbene le rocce siano ideali per questo fenomeno, la natura non ha completato l’opera. Il carso di Bodoquena è descritto come “incompleto” a causa della presenza di dolomie e strati argillosi impermeabili che ne hanno frenato l’evoluzione. Il risultato? Un paesaggio di colli arrotondati, a forma di cupola, resti di un antico massiccio calcareo oggi eroso e ridotto.

Oggi, questa porzione centrale della Serra è un contrasto visivo: le cime mantengono ancora la loro foresta primaria (cerrado, cerradão e mata), offrendo rifugio alla biodiversità, mentre le rampe più dolci sono state purtroppo convertite in pascoli per il bestiame. Un luogo, quindi, dove l’incredibile geologia carsica convive con le sfide della conservazione.

Geologia della Serra da Bodoquena

Le rocce della Serra da Bodoquena sono parte integrante della Fascia di Pieghe del Paraguay, una vasta struttura geologica che si estende per 2500 Km. È in questa fascia che affiorano le cruciali rocce carbonatiche del Gruppo Corumbá (Mato Grosso do Sul) e della Formazione Araras (Mato Grosso), rocce responsabili dello sviluppo delle grotte e dei fenomeni carsici della regione.

Il Gruppo Corumbá

  • Composizione e Origine: È costituito da rocce carbonatiche e detritiche (terrigeni), formatesi sul Cratone Amazzonico durante il limite tra il Precambriano e il Cambriano.
  • Ambiente Antico: Si è depositato in un ambiente di piattaforma continentale che progrediva in un mare costiero e neritico, sotto un clima da arido a semi-arido.
  • Suddivisione: Le rocce della regione (chiamate Brasilidi) sono classificate come metamorfiche (Gruppo Cuiabá e parte deformata del Corumbá) e non metamorfiche (incluse altre formazioni e la parte non deformata del Corumbá).

Le Tufas Calcaree (Formazioni Cenozoiche)

A ricoprire queste antiche unità precambriane si trovano formazioni più recenti (Cenozoiche). La caratteristica più distintiva per la Bodoquena sono le tufas calcaree. Queste non sono rocce comuni, ma biostrutture in continua formazione. Si creano nei fiumi saturi di bicarbonato, dove la precipitazione del carbonato è favorita dall’attività fotosintetica di muschi e alghe (Chara), dando origine a dighe naturali e spettacolari cascate.

La Missione che Svelò il Cuore Sotterraneo del Brasile

Nell’anno 1995, la tranquilla città di Bonito, nel Mato Grosso do Sul, divenne l’epicentro di una titanica impresa scientifica: la spedizione Bonito ’95. Un esercito di quasi cento persone, di cui ben 55 erano speleologi provenienti da ogni angolo d’Italia e del Brasile, si calò nelle profondità della Serra da Bodoquena per mappare un mondo ipogeo fino ad allora sconosciuto.

Questa missione non fu solo un’avventura, ma un successo scientifico clamoroso.

I Risultati Eclatanti della Spedizione

In poche settimane, il team di Bonito ’95 ha ottenuto risultati che hanno ridefinito la conoscenza del carso brasiliano:

  • 38 Nuove Grotte Esplorate: Trentotto varchi nell’ignoto, esplorati e documentati per la prima volta.
  • La Cartografia del Sottosuolo: Sono state prodotte 10 mappe topografiche dettagliate, fornendo la prima vera bussola per il labirinto sotterraneo di Bonito.
  • Scienza Multidisciplinare:
    • La geologa Soraya Ayub (con il supporto del GGEO dell’Università di San Paolo) ha redatto una fondamentale Relazione Geo-Speleologica.
    • Il biologo Dott. José Sabino (Università di Campinas) ha svelato i segreti della vita nascosta nella sua Relazione di Bio-speleologia, catalogando specie adattate all’oscurità eterna.
  • L’Immersione nell’Ignoto (Gruta do Mimoso): Gli speleosubacquei (Lorenzo Epis, Alessandro Anghileri, Eduardo Vinhaes e Roberto F. Baracho) hanno affrontato il sistema allagato della Grotta Mimoso, producendo due cruciali Relazioni Tecniche sull’esplorazione subacquea.
  • Eco Internazionale: La spedizione ha generato dieci ore di filmati Immagini spettacolari, in particolare dall’Abisso Anhumas , sono state trasmesse in tutto il mondo, con servizi dedicati su GEO & GEO – Rai e sulla brasiliana TV Globo, portando la meraviglia di Bonito agli occhi di milioni di persone.

Le Grotte Svelate: Un Catalogo di Nuove Scoperte

Il vero tesoro della spedizione è la lista delle cavità registrate per la prima volta. Molte di queste grotte sono ora punti di riferimento per la speleologia e il turismo scientifico.

(Nota: Le note (1) (2) (3) (4) indicano il riferimento al catalogo ufficiale SBE e le collaborazioni tra
il Gruppo Speleologico di Geologia dell’Università di San Paolo – GGEO-USP – e i coraggiosi speleologi provenienti da diversi club italiani).

L’Esercito Invisibile Dietro l’Esplorazione: I Ringraziamenti di Bonito ’95

Ogni grande avventura scientifica è resa possibile non solo dagli eroi in prima linea, ma da un intero esercito di sostenitori. La missione Bonito ’95 non fa eccezione. Questo non è solo un elenco di nomi, ma un tributo alle partnership che hanno trasformato un sogno audace in una realtà documentata.

Il Triangolo del Successo: Enti e Istituzioni

Il cuore pulsante dell’operazione è stato il Coordinamento Generale della Spedizione, un’alleanza internazionale tra la determinazione italiana dello Speleosub Team Lecco (STL), l’esperienza brasiliana del Centro di Ricerca Iperbarica (CEBRAPES) e l’autorità della Società Brasiliana di Speleologia (SBE).

Ma la vera ancora di salvezza logistica è stata l’Amministrazione Comunale di Bonito. Con un sostegno definito “prezioso e inestimabile”, le autorità locali hanno fornito tutto l’essenziale per tenere la spedizione in movimento: trasporto, cibo, alloggio, carburante e manodopera. Senza questo supporto locale, l’impresa non sarebbe stata possibile.

La Sede e gli Esperti

Un ringraziamento speciale va alle istituzioni accademiche che hanno fornito la base scientifica e la competenza:

  • L’Università di San Paolo (USP): L’Istituto di Geoscienze è stato un pilastro. Un applauso particolare va a Rita P. Conde e Márcia Cristina da Ponte, che hanno speso ore preziose nel cruciale lavoro di digitalizzazione delle mappe, e al Direttore Dott. Adílson de Carvalho per il suo supporto incondizionato.
  • I Mentori: Le guide esperte, come il geologo Paulo César Boggiani (UFMS), profondo conoscitore della zona che ha revisionato e plasmato il testo, e il Prof. Dott. Ivo Karmann (USP), hanno offerto la guida accademica fondamentale per il progetto.

Gli Eroi Locali

Infine, la gratitudine più sentita è rivolta a coloro che hanno aperto le porte della loro terra:

  • Le Guide Turistiche di Bonito: Compagni di viaggio fidati che hanno condiviso fatiche e gioie nelle esplorazioni.
  • I Residenti Locali: Per la loro estrema cordialità, permettendo l’accesso alle loro proprietà e fornendo informazioni di prima mano che si sono rivelate essenziali per il successo della ricerca.

Questo è un ringraziamento corale a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, hanno contribuito a svelare i segreti sotterranei di Bonito.

Hanno partecipato alla Spedizione Bonito’95 i seguenti gruppi speleologici:

  • SPELEOSUB TEAM LECCO, SPELEOSUB CAI FOLIGNO, GRUPPO SPELEOLOGICO CAI PERUGIA, GEC GENEPY CALOLZIO, dall’Italia,
  • e i gruppi brasiliani Gruppo Speleologico di Geologia dell’UNIVERSITÀ DI SÃO PAULO, CEBRAPHES – CENTRO BRASILEIRO DE PESQUISA HIPERBÁRICA E SUBAQUÁTICA (Centro Brasiliano di Ricerca Iperbarica e Subacquea), GESMAR – GRUPO DE ESTUDOS AMBIENTAIS DA SERRA DO MAR (Gruppo di Studi Ambientali della Serra do Mar) e GESCAMP – GRUPO ESPELEOLÓGICO DE CAMPINAS (Gruppo Speleologico di Campinas).

I Volti di AKAKOR: La Legione Internazionale che ha Svelato Bonito ’95

La Spedizione Bonito ’95 – Progetto AKAKOR non fu una semplice spedizione, ma una vera e propria convergenza di talenti da due continenti, uniti dal fascino dell’ignoto carsico. Geologi, biologi, speleologi subacquei, cineoperatori e persino l’apparato politico locale formarono un unico, indomito team di esploratori.

Ecco un ritratto dei protagonisti che hanno reso possibile questa impresa epocale:

I Comandanti e gli Speleosub: L’Elite dell’Esplorazione subacquatica

In prima linea c’erano gli specialisti del mondo sommerso, l’unica via d’accesso a molte delle grotte allagate di Bonito.

  • Lorenzo Epis e Luca Buzzi (STL – Speleosub Team Lecco) non erano solo speleosub, ma il Coordinatore Generale e il Coordinatore Logistico della missione.
  • Alessandro Anghileri (STL) e Massimo Bollati (Speleosub Cai Foligno) guidavano l’agguerrita squadra italiana subacquea composta da Andrea Russo, Domenico Venturino, e Rolando Millone, Pier Paolo Pietraccini
  • Il Brasile rispondeva con Eduardo Nogueira Vinhaes e Roberto Frini de Paiva Baracho, coordinatori della loro squadra subacquea composta da Luiz Antônio Ceniquel, Marcos Werneck, Marcus William Faria di Souza, Matheus Sanches e Mota Melo, Cláudio Kovacsics, Iacy Millone Kovacsics, Márcio Calabresi Comte, Rita de Câssia Pinheiro Lemgruber, Rogério Perdigão
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Gli Occhi della Scienza: Geologi e Biologi

Dalle cattedre dell’Università di San Paolo (USP) e altre istituzioni, proveniva l’expertise che ha dato senso ai ritrovamenti.

  • Soraya Ayub ha guidato la squadra brasiliana di geologia (che includeva Ana Elisa Silva de Abreu, Arthur Jarbas Cardoso da Silva, Ernesto Augusto Lerche, Fábio Canzian, Guilherme Campanhã Bechara, Luiz Guilherme Poggio Teixeira, Marcelo Barbara, Marcos Dutra Silva, Martin Afonso de Souza, Nílson Bernardi Ferreira, Rafael Hernandes Correa Silva, Ricardo Fraga Pereira, Sérgio Trentini Magalhães, Theodor Sthephan Hupfeld Eleutério, Thiago D’ambrósio Ferreira e William Sallun Filho), decifrando la storia millenaria delle rocce carsiche.
  • Il biologo José Sabino ha sondato l’oscurità non solo per mappare, ma per catalogare la vita troglobia, rivelando nuove forme di vita adattate al buio eterno.

La Logistica e il Cuore Locale: Il Contributo di Bonito

Il successo era impossibile senza l’appoggio totale della comunità di Bonito, guidata dal Sindaco José Arthur Soares Figueiredo. Questi eroi locali hanno gestito l’infrastruttura vitale:

  • Luigia Missere (STL) ha gestito l’alimentazione, mentre Maria Perpétua Geller dos Santos coordinava vitto e alloggio locale, garantendo energia all’intera squadra.
  • Funzionari come Eliana Aquino Paranhos hanno gestito questioni cruciali come l’energia (Responsabile per il generatore). I rappresentanti del Comune di Bonito che hanno partecipato alla spedizione sono stati: José Arthur Soares Figueiredo (Sindaco), Ana Tereza Martins, Aurora Moreira Palhano, Edemir Stroppa dos Santos, Eliana Aquino Paranhos, Hamilton Vargas Leite, Ivone Denning Trelha, Janes Flores dos Santos, Luiz do Nascimento, Maria Perpétua Geller dos Santos, Nilda Flores Martines, Ramão de Lima, Ramão Ivanir Zanuncio, Ronilda da Silva Mendonça, Sílson Ramos Peralta, Sílvio Roberto Rocca, Sonia Maria da Cruz, Vera Lucia Ghizzi Figueiredo, Vidaneis Cândido da Silva, Wagner de Souza Ferreira e Zuleide Castilho Soares.
  • Sette guide locali: le guide locali di Bonito che hanno partecipato alla spedizione sono: Gílson Antônio Sanches Jacques, Norival da Silva Júnior – Juca, Rauthemar Duarte, Regina F. Bonomini, Romão G. Furtado, Sérgio Gonçalves, Valdemir Garcia Martins e Wellington Vargas Silveira che hanno messo a disposizione la loro profonda conoscenza del territorio, trasformandosi in indispensabili compagni di esplorazione.

I Narratori e i Coraggiosi Speleologi

A completare la missione, c’erano gli esploratori verticali e i narratori:

  • Andrea Calligaro, cineoperatore, ha catturato ogni momento con la sua macchina da presa, garantendo che le scoperte venissero trasmesse al mondo (fino ai teleschermi di Rai e TV Globo).
  • Speleologi come Federico Gentile, Giuseppe Cimarelli, Adriano Bertoletti, Giuliano Cappellani, Giuseppe Cimarelli, Pier Antonio Fumagalli, Maurizio Muttoni, Mauro Barbieri hanno formato il fronte di esplorazione nelle grotte asciutte e semi-asciutte. Gli esploratori brasiliani sono stati: Bárbara Villar Alé, Beroaldo, Eduardo Gloria, José Airton Labegalini, José Antônio Basso Scaleante, Lúcia Baroni Guarnieri, Luciano Magno Frágola Barbosa (Psicologo), Michael Silva Neto, Nayene de Oliveira Franco, Oscarlina A. P. Furquim Scaleante, Ricardo Calembo Marra, Wilson Santos e Zélio A. Vaz de Figueiredo.

La Spedizione Bonito ’95 fu, in sintesi, una sinfonia di cooperazione italo-brasiliana, in cui accademici, avventurieri e la gente del luogo hanno lavorato fianco a fianco, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’esplorazione.

Con il Supporto Fondamentale di:

Il progetto ha potuto contare sull’appoggio di istituzioni chiave, dalle speleologiche (SSI, SBE) a quelle scientifiche (l’intera rete universitaria USP, UNICAMP, UFMS) e ambientali (IBAMA, SEMA SP), creando un ecosistema di supporto completo.