Teide 2014

Dopo le esperienze esplorative degli anni 95 – 97 lo staff Akakor ha valutato l’ipotesi di effettuare una ricognizione alle isole Canarie e precisamente nell’area geografica circostante il Vulcano Teide

Scopo della ricognizione è quello di valutare le condizioni (potenziale – logistica- appoggi) per poter organizzare una spedizione speleologica di carattere Internazionale in collaborazione con la Federazione Spagnola di Speleologia.

L’interesse è indirizzato alle possibili esplorazioni speleo e speleosubacquee dei condotti lavici nell’area del Teide, ricca di reticoli sotterranei collegati a sistemi ipogei allagati e drenanti con possibili collegamenti diretti con il mare.

Relazione tecnico-esplorativa ricognizione Teide 2014 (20-27 dicembre)

Nella settimana di lavoro effettuata, siamo stati affiancati da un gruppo di speleologi Asturiani, che ci hanno aiutato sia negli aspetti operativi (terrestri e subacquei)

1° Parte  Grotte terrestri

Abbiamo identificato ed esplorato parzialmente 4 nuove grotte laviche, che si sono formate durante le eruzioni e lo scorrimento delle colate, dunque contemporaneamente alla roccia che le contiene definite cavità singenetiche.

Nelle esplorazioni sono stati valutati alcuni fattori, determinanti per la definizione di una ricerca sistematica ed uno studi scientifico quali:

  • Cavità reogenetiche superficiali (o Tunnel di scorrimento lavico);
  • Cavità di frattura;
  • Blister caves (o Cavità pneumatogenetiche);
  • Condotti lavici;
  • Camere magmatiche.

Le cavità esplorate sono riconducibili essenzialmente alle prime due tipologie elencate.

Le cavità reogenetiche superficiali, o tunnel di scorrimento lavico, hanno uno sviluppo prevalentemente planare, con un andamento grosso modo parallelo alla superficie esterna della colata. Come dice lo stesso nome, sono formate dallo scorrimento della lava: sin dall’uscita dalle bocche il flusso lavico inizia a perdere calore e a raffreddarsi.

Il processo di raffreddamento è maggiore nelle parti superficiali della colata; si forma così una crosta solida che si ispessisce sempre più, mentre all’interno la lava fluida continua a scorrere.

L’esistenza di tunnel lavici all’interno di una colata non porta necessariamente alla formazione di grotte laviche!

Infatti se alla fine dell’eruzione non vi è il drenaggio dei tunnel con conseguente svuotamento degli stessi, le grotte non si formano. Affinché questo svuotamento avvenga, la lava deve essere ancora abbastanza fluida e devono esserci delle condizioni per cui essa, anche senza la spinta da tergo, possa continuare a defluire verso le parti frontali.

All’interno delle grotte di scorrimento sono state osservare diverse morfologie peculiari: finestre, striature, mensole, rotoli, stalattiti di lava.

Sono stati rilevati più livelli sovrapposti, come nella galleria n°1 e 2, o gallerie che si biforcano in anastomosi o in rami paralleli.

Nelle grotte N° 3 e 4 abbiamo identificato prevalentemente cavità di frattura formatesi in corrispondenza delle fratture attraverso le quali la lava risale e fuoriesce; normalmente lungo la frattura si ha il degassamento nella parte a monte, con formazione di una serie di coni allineati composti da prodotti piroclastici, scorie saldate e sublimati vari (detti Hornitos), e l’emissione delle colate laviche nella zona più a valle.

Quando l’eruzione ha termine, se si ha il drenaggio rapido del magma all’interno della frattura, questa resterà aperta dando luogo alla cavità di frattura. In queste cavità le pareti si presentano spesso intonacate da un sottile strato di lava, che rimane attaccato al momento del deflusso.

A causa della loro genesi le cavità di frattura presentano uno sviluppo per lo più verticale, con profondità fino a 100 m, e sono strutture estremamente instabili e pericolose, in maggior misura nella zona degli hornitos, che costituiscono quasi sempre gli ingressi naturali di queste grotte.

A causa di queste caratteristiche abbiamo desistito, e ci siamo concentrati sulle grotte N° 1-2 dove abbiamo scoperto numerose camere magmatiche di dimensioni molto interessante

2° Parte Grotte subacquee

 

 Nella seconda parte della ricognizione ci si è concentrati sulla ricerca ed esplorazione di grotte subacquee di origine lavica, allo scopo di poter determinare i collegamenti marini a quelli superficiali

Le immersioni si sono svolte nella parte Ovest dell’isola, ma a causa delle condizioni meteo avverse sono state ridotte sia nelle localizzazioni che nelle esplorazioni

Si è cominciato a lavorare nella grotta n° 1 la cui entrata è localizzata a circa 20 metri di profondità, il condotto prosegue con andamento subverticale per circa 150 mt, ma poi, a causa di micro-sedimenti depositati nei pavimenti del sistema è stata fortemente compromessa la visibilità.

L’obiettivo della immersione era quello di acquisire documentazione filmata per valutarne lo stato e le geometrie delle gallerie ed eventualmente decidere il da farsi.

Per raggiungere lo scopo prima del propagarsi dei sedimenti abbiamo realizzato riprese e fotografie ,ma il materiale realizzato non permette approfondimenti e studi di dettaglio

Le immersioni nella grotta N° 2 sono state fondamentalmente più interessanti, sono stati esplorati e documentati circa 500 mt di condotti, ad una profondità media 25 di metri

Sono state localizzate 4 camere magmatiche di dimensioni interessanti, e sono state topografate due sale nelle immediate vicinanza dell’entrata

CONCLUSIONI

 La ricognizione, anche se effettuata in tempi brevi, ha comunque prodotto una serie di risultati interessanti, soprattutto, grazie alla collaborazione degli speleo Spagnoli, è stato raccolto sufficiente materiale per poter analizzare i dati e decidere se, e quando effettuare la spedizione.

Inoltre sono state valutate le condizioni logistiche, e, tutto sommato, i dati raccolti sono stati confortanti, i trasporti, le basi per i campi, e le strutture ricettive sono state valutate, e offrono condizioni ottimali.

Sarà lo staff Akakor Geographical Exploring a definire, in funzione dell’analisi dei dati raccolti il proseguo del progetto.